Cos'è la musicoterapia?

La musicoterapia moderna nasce negli anni’20 negli Stati Uniti e va diffondendosi in tutta Europa e nel resto del mondo dagli anni ’50 in poi. In Italia, conosce una certa diffusione verso la metà degli anni ’70.

Il termine musicoterapia è composto da due parole musica e terapia le quali interagendo contribuiscono a definire il concetto di terapia in senso ampio attinente al raggiungimento di una migliore qualità della vita.

Interessante il contributo di Lorenzetti che, per cercare di chiarire di cosa si tratta, indica in dodici punti cosa non è la musicoterapia.

In particolare, Lorenzetti propone una distinzione netta tra musicoterapia ed educazione musicale, sottolineando che fra gli scopi dell’intervento musicoterapico non sono previsti quelli dell’educazione musicale (progettualità e apprendimento strettamente legati all’alfabetizzazione musicale).

Oggi, la definizione di musicoterapia espressa dalla World Federation of Music Therapy delinea gli ambiti di intervento preventivi, terapeutici e riabilitativi e le finalità di tale pratica:

“La musicoterapia è l’uso della musica e/o dei suoi elementi musicali (suono, ritmo, melodia, armonia) ad opera di un qualificato musicoterapista, in un processo designato a facilitare e a promuovere la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri obiettivi terapeutici rilevanti al fine di soddisfare bisogni, fisici, mentali, sociali e cognitivi. La musicoterapia mira a sviluppare potenziali e/o ristabilire funzioni dell’individuo in modo che possa ottenere migliore integrazione inter/intrapersonale e conseguentemente una migliore qualità di vita, attraverso la riabilitazione, la prevenzione o il trattamento”. [3]

Le diverse correnti di pensiero che si riconoscono nella definizione sopra esposta considerano la Musicoterapia una tecnica che consente di vivere esperienze sonoro-musicali a forte valenza preventiva, educativa, socio-riabilitativa e terapeutica.

Il suono viene inteso da alcuni come agente, e da altri come mediatore del processo di cambiamento. L'esperienza sonoro-musicale può essere vissuta attraverso l'ascolto, nell’ intervento che viene definito Musicoterapia ricettiva o attraverso la produzione sonoro-ritmico-motoria nella cosiddetta Musicoterapia attiva. 

L’ascolto può riguardare suoni e musiche di ogni epoca e stile. La produzione viene attuata tramite strumenti musicali convenzionali (popolari, etnici, didattici) così come oggetti e materiali sonori di vario tipo; non sono richieste in ogni caso specifiche competenze tecniche. Ascolto e produzione sonoro-musicale, non sempre vengono distinti e separati, ma possono essere integrati all'interno di uno stesso progetto. La produzione musicale può seguire tecniche improvvisative più o meno libere o può essere strutturata all'interno di attività e giochi ben definiti, adeguati all’età cronologica e mentale della persona sia essa giovane, adulta o anziana.

La Musicoterapia ha un ampio raggio di applicazione; fra le patologie che possono beneficiarne, l’autismo sembra essere tra quelle in cui si verificano esiti più significativi.

In letteratura si trovano documentati trattamenti che, seguendo modelli relazionali, focalizzano l’attenzione sull'ambiente, sugli aspetti relazionali e sulla sfera affettiva e strutturano l’intervento in base alle azioni e ai comportamenti del soggetto autistico che vengono considerati atti comunicativi, espressione del mondo interno e, come tali, accolti, rispecchiati, elaborati. 

Il suono ha la capacità di richiamare l’attenzione avvolgendo il corpo come l’abbraccio materno. La musica ed i suoni permettono di esprimere, in forma non verbale, vissuti che sebbene non piacevoli, trovano in questo modo una via per essere espressi e liberati.

Per il bambino autistico, l’arte può costituire una possibilità per esternare il proprio mondo interiore. 

Alcuni soggetti con diagnosi di autismo sono riusciti perfino a diventare grandi musicisti ed artisti.